Guerra Ucraina-Russia, Witkoff incontra Putin al Cremlino: per Mosca “vertice costruttivo”, sul tavolo tregua aerea

Tra 48 ore scade l'ultimatum Usa

A due giorni dal termine fissato da Donald Trump affinché la Russia accetti un accordo di pace in Ucraina, minacciando in caso contrario nuove sanzioni, l’inviato del presidente degli Stati Uniti Steve Witkoff è stato ricevuto oggi per oltre tre ore al Cremlino dal presidente russo Vladimir Putin.
Giunto ormai alla sua quinta visita a Mosca, senza mai riuscire a strappare un accordo dalla sua controparte e smentendo le facili quanto chiaramente irrealizzabili promesse di Trump, che in campagna elettorale si vantava di poter fermare il conflitto in Ucraina “in 24 ore”, non è chiaro cosa sia emerso dall’incontro tra Witkoff e Putin.
Secondo Yuri Ushakov, consigliere presidenziale russo citato da diverse agenzie stampa locali, durante l’incontro con l’inviato Usa Witkoff il presidente Putin “ha trasmesso alcuni segnali” sulla questione ucraina a Trump, e ha a sua volta “ricevuto segnali corrispondenti” dal presidente statunitense. Una discussione “molto utile e costruttiva“, l’ha definita Ushakov, che ha avuto al centro ovviamente la crisi ucraina ma anche “le prospettive per un possibile sviluppo della cooperazione strategica tra Stati Uniti e Russia”.
Alla vigilia del vertice del Cremlino il Financial Times aveva riferito che l’amministrazione Trump stava valutando l’imposizione di ulteriori sanzioni alla “flotta ombra” di petroliere russe in caso di mancato cessate il fuoco, citando sulla questione due fonti a conoscenza del dossier.
Bloomberg e il media indipendente russo The Bell sostengono invece che il Cremlino potrebbe proporre una moratoria agli attacchi aerei sull’Ucraina, come accennato la scorsa settimana dal presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, storici alleato-vassallo del regime di Putin. Si tratterebbe però di un accordo molto lontano dal cessate il fuoco chiesto da Washington e Kiev.
Incontro, quello odierno tra Witkoff e Putin, che arriva dopo il picco di tensione raggiunto la scorsa settimana tra Washington e Mosca: rapporti che si erano talmente deteriorati da spingere il presidente Usa Trump, sempre alla ricerca di gesti eclatanti, ad inviare due sottomarini nucleari statunitensi “nelle regioni appropriate”.
Alla viglia del summit di Mosca era stato invece il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ad esortare Washington a intensificare la pressione sulla Russia perché metta fine alla guerra in Ucraina. “È molto importante usare tutte le leve a disposizione di Stati Uniti, Europa e G7″ sulla Russia, aveva scritto Zelensky sui social media poco dopo l’arrivo a Mosca dell’inviato statunitense Steve Witkoff. Il Cremlino “cercherà veramente di porre fine alla guerra solo quando sentirà una pressione sufficiente- L’Ucraina riconosce la volontà politica e apprezza gli sforzi dei nostri partner, dell’America e di tutti coloro che stanno contribuendo”, erano state le parole del leader ucraino, che martedì aveva avuto una “conversazione produttiva” con Donald Trump.
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